#g55 – spazi di riflessione

In questi giorni ricevo spesso tramite i social barzellette e immagini simpatiche che leggono con ironia la realtà che viviamo. Li considero “momenti di leggerezza” che riescono a strappare un sorriso e mi aiutano a sdrammatizzare questo momento di difficoltà. Alla fine di questa pandemia credo si possano scrivere vari libri con tutte le “freddure” che girano nel web. Tra tutte ogni tanto ne arriva qualcuna che ti sorprende, vuole con ironia generare nel lettore uno spostamento cognitivo, aiutarci ad uscire dalla nostra zona di confort da cui giudichiamo la realtà per vedere le cose in maniera diversa. E’ ovvio che ogni sentenza è costruita perché si possa vedere nell’esagerazione che esprime una certa “verità” che può aiutarci a reagire in maniera creativa al tempo che viviamo.

Che succede, se i nostri figli, quest’anno invece di imparare la matematica imparano a cucinare?
A cucire i loro vestiti?
a lavarli?
a coltivare l’orto?
Se imparano a cantare canzoni, ai nonni e ai fratellini più piccoli?
Se imparano a prendersi cura delle loro cose, dei loro giochi.
Se, dovendo stimolare l’immaginazione,
cominciano a pitturare?
a scrivere racconti?
a comporre musica?
Se imparano ad essere più responsabili?
Meno egoisti perchè meno centrati su se stessi?
Se imparano a parlare un poco di più con le persone
che sono in casa con loro?
Se imparano che stare insieme e custodire la propria salute
vale molto di più che avere l’ultimo cellulare alla moda?
Forse tutto questo prima era passato in secondo piano
ma se oggi lo imparano, forse abbiamo perso un po’ di matematica
ma abbiamo guadagnato un futuro più bello.